Sono 580 i test gratuiti per individuare il virus HCV, responsabile dell’epatite C, effettuati da Open Group a Bologna all’interno del progetto Stop HCV. Le persone risultate positive sono 47, tutte tra consumatori di sostanze per vie iniettive.
Il progetto pilota era partito a febbraio 2018, con l’obiettivo di individuare, curare e prevenire l’epatite C tra le comunità che hanno difficoltà di accesso ai servizi, sensibilizzando sull’importanza dell’emersione del sommerso, della diagnosi precoce del virus HCV e sulla possibilità di guarigione nell’arco di due mesi attraverso un trattamento semplice per via orale.
Ora per coloro in cui il virus risulta attivo è aperto il percorso di cura extraospedaliero grazie alla presenza di medici del Sant’Orsola e infermieri che ogni giovedì pomeriggio, nella sede dell’Unità di Strada di via Polese e insieme agli operatori, dalle 14 alle 17 sono a disposizione per accompagnare le persone nella terapia.
Durante questa fase la persona fruisce di counselling mirati a evitare la reinfezione, ma anche di azioni di empowerment che favoriscono il buon esito del trattamento.
Parallelamente all’attivazione del percorso di cura, continua il contatto e l’aggancio con la popolazione target, individuata ormai esclusivamente in quella dei consumatori per vie iniettive, che viene raggiunta anche attraverso i servizi di riduzione del danno e bassa soglia (unità di strada, sportelli diurni) in stretta sinergia con ASP Città di Bologna e l’azienda Ospedaliera Sant’Orsola.
I dati che stanno emergendo saranno raccolti e analizzati da Open Group e poi sottoposti al vaglio del Comitato Scientifico di ICAR.
Il progetto è coordinato dalla nostra cooperativa, in collaborazione con Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, Associazione Plus Onlus-BLQ e con il contributo non condizionato di AbbVie e di Gilead.