Pandemia e consumi tra i giovani
La pandemia ha cambiato le abitudini di consumo di cocaina e altre sostanze da parte dei giovani bolognesi. A dirlo è Marcello Lolli, responsabile di Area 15.
Anche di questo si parlerà durante l’evento “Oltre lo specchio: la cocaina tra mito e realtà“, un confronto sul consumo di cocaina e il suo impatto sulla società moderna a cura di Open Group. L’incontro si svolgerà online sulla piattaforma Zoom, mercoledì 23 giugno dalle 10 alle 12. Per partecipare iscriversi a questo link http://bit.ly/iscrizioneoltrelospecchio.
Pandemia e consumi
Lockdown, limitazioni agli spostamenti e coprifuoco hanno infatti “fatto improvvisamente venire meno i tanti luoghi che sono identificati dai ragazzi come luoghi del divertimento, e che possono diventare anche luoghi di consumo – sostiene Lolli –. Così l’uso di sostanze si è spostato in parte in ambito privato, quindi nelle case. Sappiamo di ragazzi che affittavano un appartamento su Airbnb per passare lì la serata, fino alle 3 o 4 di notte, insieme agli amici”.
Ma tra i giovani avviene anche un consumo individuale delle sostanze: “Per alcuni è una maniera per affrontare le difficoltà che stanno vivendo, o per staccare da determinati pensieri”.
La sede di Area 15 si trova in via de Castagnoli 10, in piena zona universitaria. Dal novembre 2020, il servizio è integrato con l’Azienda Usl di Bologna. “Nel 2020, Area 15 ha accolto e fornito supporto a 55 persone, di cui 28 giovani adolescenti e 27 familiari e caregiver – spiega Lolli –. Nonostante la pandemia, siamo comunque riusciti a mantenere un filo diretto con tutte le persone che stavamo seguendo, e in più si sono avvicinati genitori e ragazzi nuovi, con richieste legate al momento particolare che stiamo attraversando”.
Il servizio Area 15
Area 15 è un servizio gratuito e ad accesso libero, attivo dal 2013 e rivolto ai giovani fino a 24 anni di età. Un’équipe formata da educatori e psicologi è a disposizione per consulenze informative, incontri individuali a carattere psicologico e incontri tematici di gruppo: si tratta di uno spazio informale d’incontro, ideato per non essere stigmatizzante, e anzi pensato perché possa essere il più possibile accogliente, favorendo il dialogo e l’ascolto.
“Per noi è importante quella che, dal punto di vista educativo, definiamo la ‘sospensione del giudizio’: i ragazzi si devono sentire liberi di portare le proprie storie, le proprie difficoltà e le proprie risorse – conclude Lolli –. Quando si creano delle situazioni di complessità o quando emerge una dipendenza per determinate sostanze, coinvolgiamo anche i colleghi dell’Azienda Usl: si crea così un’equipe integrata in un servizio unico, che rimane dentro le stesse mura, senza che sia necessario spostarsi in un altro spazio dove cambierebbe il setting”.