Fantoni risponde a un bisogno dell’abitare
La struttura Fantoni risponde a un nuovo bisogno dell’abitare, accogliendo persone che lavorano ma non hanno una casa.
L’accoglienza della struttura Fantoni
Ventitré posti letto per persone che hanno un lavoro ma non hanno una casa, e che possono contribuire in minima parte alla gestione dello spazio e delle spese. La struttura Fantoni, dormitorio del Piano Freddo e da quattro anni servizio destinato alla transizione abitativa, risponde oggi a un nuovo bisogno.
Due grandi camerate allestite al piano terra, una cucina comune, una zona con i tavoli dove si cena, un biliardino, un divano posizionato di fronte al televisore, uno spazio esterno con qualche animale da cortile: sono questi gli ambienti che compongono il servizio e che le persone accolte chiamano “casa”.
Un sostegno verso l’autonomia
Una delle persone per cui Fantoni è casa si chiama Malan Kassama. Ha 37 anni, è originario della Guinea Bissau ed è in Italia dal 2017. “Ho cercato ovunque una sistemazione, in città e in provincia, ma tutti mi hanno chiesto un contratto a tempo indeterminato, fideiussioni bancarie o garanzie che non ho”, racconta a Il Post. E così Kassama si è trovato a dormire in strada per cinque mesi. Un lavoro nel settore della logistica con il turno che inizia alle 4 di mattina e un inquadramento contrattuale precario. Dopo il periodo trascorso senza una casa, Kassama è stato accolto nella struttura Fantoni. “Qui mi trovo bene. Condividere la camerata e le preoccupazioni con altri lavoratori senzatetto è un sollievo. Spero di riuscire, prima o poi, a portare in Italia mia moglie e i miei figli”.
All’ingresso della struttura di via Francesco Fantoni, un’ex casa colonica ristrutturata nel 2019, è presente anche una bacheca sulla quale consultare le offerte di stanze o casa in affitto in città. L’équipe di Fantoni supporta attivamente le persone accolte nella ricerca di un alloggio proprio, nell’ottica di favorire percorsi di autonomia.
Open Group si occupa della gestione della struttura in via Francesco Fantoni, nella periferia a est di Bologna, nel contesto del Consorzio L’Arcolaio e per conto del Comune di Bologna.
Difficoltà dell’abitare: peculiarità del bolognese
Sul territorio del bolognese sono numerose le persone che lavorano ma che non hanno un contratto regolare e che per questo faticano a trovare una casa o una stanza da prendere in affitto. Le proprietà degli immobili spesso richiedono “garanzie solide” agli affittuari e alle affittuarie, incluso un contratto di lavoro stabile. Quando la precarietà lavorativa è vissuta da persone migranti, va anche considerato il particolare assetto della rete di sostegno, spesso meno capillare di quella di cui dispongono le persone cresciute sul territorio.
A Bologna, poi, le case sono pochissime e trovarne una è complicato per chiunque. Il turismo crescente, la presenza di un’Università d’eccellenza e le possibilità lavorative generano un’elevata domanda di alloggi, che provoca la crescita dei prezzi.