Cooperativa Sociale
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Il 4 agosto 2020 l’esplosione di 2750 tonnellate di nitrato d’ammonio nel porto della capitale libanese, Beirut, provocò la morte di 217 persone, ne ferì oltre 7.000 e più di 300.000 persero la casa: è una delle pagine più sanguinose della storia recente del Libano. A seguito del drammatico evento tante realtà si sono mobilitate per provare e contenere gli effetti disastrosi dell’evento. Open Group, già attiva nel Paese, ha organizzato un intervento nel 2020 con una équipe di operatorə sociali e psicologə per sostenere le famiglie dell’area, fornire un primo soccorso in seguito all’esplosione, e indirizzare ə abitanti ai servizi sociali attivi sul territorio.
Nel 2021 le azioni in terra libanese sono proseguite, evolvendosi in risposta alle esigenze della società. Il progetto di quest’anno ha avuto un focus nuovo: Open Group ha tenuto un training formativo e di sostegno per supportare le social worker e le psicologhe che, in collaborazione con la cooperativa sociale Armadilla, operano sul territorio a contatto con adolescenti e persone con disabilità.
Nel primo nucleo tematico della formazione si è discussa l’importanza del benessere psicologico e psico-sociale deə operatorə, la rappresentazione e l’autorappresentazione dei ruoli di social worker e psicologə, e si è ragionato su fragilità, forze, opportunità e minacce che possono presentarsi nell’esecuzione dei propri compiti. Nel secondo modulo il tema guida è stato quello della costruzione di un linguaggio comune all’interno del team di lavoratrici e lavoratori sociali, e del senso di comunità che può – o dovrebbe – venire a crearsi tra ə operatorə. L’ultima parte del training è stata dedicata all’esplorazione del potere costitutivo della comunicazione: comunicando, creo.
La formazione è stata progettata e realizzata da tre professioniste di Open Group: Lucia Bonafede, coordinatrice progetti alla persona, Claudia Iormetti, responsabile per l’innovazione sociale, e Gloria Chinazzi, educatrice. Gli incontri, aperti a otto social-worker e psicologhe, si sono tenuti tra settembre e dicembre sulla piattaforma Zoom, con cadenza settimanale.
La scelta di continuare ad essere presenti in Libano è dovuta alla situazione drammatica in cui versa il Paese. Le difficoltà a cui la società libanese sta facendo fronte traspaiono chiaramente dalle parole di Aisha (nome di fantasia, ndr), presentatrice radio e TV, criminologa e social worker libanese che, negli scorsi mesi, ha preso parte al training formativo di Open Group.
Tra le infinite difficoltà che stiamo affrontando c’è sicuramente quella dell’inacessibilità alla sanità. Il sistema sanitario è quasi totalmente privato; sino a qualche tempo fa il governo centrale si occupava di coprire una parte dei costi di farmaci, terapie e servizi medici, contenendo così i prezzi degli stessi. Negli ultimi due anni il contributo statale è stato revocato: i costi per i cittadini sono quindi esplosi. Una confezione di paracetamolo costava circa 2.000 lire libanesi; ora ne costa 65.000, se si riesce a trovarlo. I ricoveri ospedalieri sono un lusso e non più un diritto: la quasi totalità delle assicurazioni sanitarie non copre alcun tipo di spesa legata al ricovero. Lo scorso anno mio marito è risultato positivo al Covid-19 e ha avuto bisogno di una breve terapia che poteva essere somministrata solo in un ospedale: ancor prima di accedere alla struttura abbiamo dovuto pagare 10 milioni di lire libanesi. Tantissime persone muoiono per strada o nella propria casa perché non c’è disponibilità neanche dei farmaci più comuni, e nel caso in cui gli stessi siano reperibili i cittadini non se li possono permettere.
La situazione economica, già fortemente problematica, è degenerata con l’inizio della rivoluzione, nel 2019. Oggi un dollaro costa 25.000 lire libanesi – sul mercato nero –, domani probabilmente costerà ancora di più. Questo cambio informale, che corrisponde di fatto a quello reale, si è sostituito alla quotazione storica del dollaro a 1.500 lire libanesi. Attualmente i prezzi di qualsiasi bene o servizio sono in dollari, e se di vuole acquistare in lire libanesi il prezzo viene convertito con il tasso di cambio del momento, che è estremamente variabile e in costante crescita. Il governo centrale, invece, continua ad operare con la quotazione pre-inflazione. Quindi, se vado in banca a prelevare 100 dollari mi verranno date 150.000 lire libanesi, ma se vado al supermercato e voglio comprare 100 dollari di prodotti avrò bisogno di 2,5 milioni di lire libanesi. Il nostro potere d’acquisto è talmente basso da essere ridicolo. Tre anni fa quando andavo al supermercato portavo 200.000 lire libanesi; ora devo portarne due milioni.
I miei genitori hanno vissuto la guerra civile e spesso raccontano che la situazione sociale ed economica non era così drastica neppure in quegli anni. L’attuale crisi è indubbiamente la più grave da almeno quattro decenni a questa parte.
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Iscrizione Albo Società Cooperative A108662
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