Il premio delle Belle Arti a Stefano Zandonadi

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Senza fissa dimora per quasi 30 anni riceve premio dall’Accademia di Belle Arti per le sue opere: la storia di Stefano Zandonadi.

I vincitori del premio delle Belle Arti

Francesco Li Calzi e Stefano Zandonadi: questa la coppia di artisti sul podio del premio Roberto Daolio per l’arte pubblica. Il primo, un giovane studente dell’Accademia di Belle Arti; il secondo, una persona che per oltre 30 anni è stata senza fissa dimora e che dal 2017 al 2021 è stata ospite del Rifugio Notturno della Solidarietà, struttura di accoglienza notturna di Open Group. È stato Stefano in persona, accompagnato dal direttore del Rifugio Mirco Tesini, a ritirare il premio all’Accademia delle Belle Arti, lo scorso 15 dicembre.

L’inaspettata collaborazione artistica

Stefano ha vissuto in strada per quasi trent’anni, prima in Veneto, poi a Firenze e infine a Bologna. Ad inizio 2017 è diventato uno dei circa 30 ospiti del Rifugio Notturno della Solidarietà, una struttura aperta tre le 5 del pomeriggio e le 9 del mattino che ospita persone in situazioni socio-economiche molto complesse. In questi anni Stefano ha continuato a trascorrere le ore diurne sotto al Portico di Via San Felice a Bologna, accanto alla chiesa sconsacrata, lo stesso luogo che per moltissimo tempo è stato anche la sua dimora notturna. Stefano ha arrangiato questo angolino di mondo a mo’ di studio a cielo aperto: usando le sue stesse dita come pennelli stende colori su pannelli di legno di fortuna, che monta e smonta a suo piacimento. Stefano, solitamente, espone queste opere pittoriche durante i periodi di festività. Arte pubblica, per l’appunto.

È stato proprio uno di questi lavori su legno che un giorno del 2018 ha attirato l’attenzione di Francesco Li Calzi, studente dell’Accademia di Belle Arti. Questo primo incontro si è trasformato, con il tempo, in frequentazione. Nel 2019, Francesco ha avuto l’idea di partecipare al concorso per il premio Roberto Daolio: l’opera d’arte in gara sarebbe stata la collaborazione tra Stefano e Francesco, un sodalizio artistico alquanto peculiare. I due hanno quindi raccolto alcune tra le opere di Francesco in un libro. Questo volume racchiude un’opera molto più ampia: una relazione, un’idea nuova, la frequentazione di due individui che abitano gli estremi opposti dello spazio societario.

Senza dimora riceve premio dalle Belle Arti

La premiazione all’Accademia

L’originalissima opera di Francesco e Stefano si è classificata al secondo posto per il Premio Roberto Daolio nell’edizione 2019-2020. A causa delle restrizioni dovute alla pandemia, la premiazione è avvenuta solo il 15 dicembre 2021. Per Francesco sarebbe stato molto difficile parteciparvi, considerando che si trovava in Sicilia; ha chiesto quindi a Stefano di andare a ritirare il premio. Il palco non è un luogo comodo per chi vive ai margini della società: Stefano era titubante. Alla fine, però, ha accettato.

All’Accademia di Belle Arti, Stefano ha raccontato la sua collaborazione con Francesco e ha presentato il lavoro realizzato. L’emozione in sala era palpabile. “Vedere Stefano con il microfono tra le mani a parlare d’arte mi ha toccato in profondità. Non posso non pensare a tutta la strada che ha e che abbiamo fatto da quando, all’inizio del 2017, è entrato al Rifugio. Il suo modo di relazionarsi agli altri è cambiato, i suoi documenti sono a posto, ha ripreso il controllo della sua situazione sanitaria e ha ottenuto una piccola dimora tutta per lui, finalmente una fissa”, racconta Mirco Tesini. Stefano ha concluso il suo intervento con parole che hanno fatto emozionare i presenti: “Vivere, amare e soffrire, perché esiste il male? In fin dei conti viviamo tutti in un gran circo, dove il miglior clown è colui che sa far piangere”.


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