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IntegraT, “Traghetto” in viaggio verso l’autonomia

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Senza Veli: La nuova rubrica a cura di HOPS!In questo articolo parliamo del servizio IntegraT

 

Scavare, scoprire, spogliare, sorprendere. Benvenuti nella nuova rubrica “Senza veli”, tenuta dalla redazione giornalistica di HOPS! – Human Open Space, il laboratorio diffuso di Open Group che sperimenta un nuovo modello di inserimento lavorativo di persone con fragilità.

Uno spazio per raccontare la cooperativa dietro le quinte, descrivendo quello che c’è da un punto di vista diverso, attraverso interviste, articoli, fotografie, video, podcast. Iniziato a settembre 2019, il progetto HOPS! si basa su un ribaltamento di prospettiva: e se quelle che di solito vengono considerate difficoltà fossero invece una risorsa?

Così lo scrittore Gianluca Gallerani e il giornalista Luciano Bonazzi si stanno sperimentando nelle nuove tecniche di comunicazione, mettendo sotto la loro lente d’ingrandimento i vari servizi di Open Group, per raccontarli senza veli.

IntegraT, “Traghetto” in viaggio verso l’autonomia

di Luciano Bonazzi

La varietà dei progetti “Rupe” è tale da lasciarci sbalorditi. Nei precedenti articoli apparsi tra le news di questa pagina ci siamo occupati di altri servizi legati a questa denominazione: oggi è il turno di IntegraT, un servizio di Open Group che mette a disposizione degli utenti cinque alloggi.

In questo progetto, gli ospiti vivono in una condizione di semiautonomia, supportati dagli educatori e psicologi. La responsabile Laura Concato ci ha spiegato come funziona il servizio: “Il progetto IntegraT di Open Group utilizza percorsi studiati su misura per ogni singolo ospite. Attraverso tirocini formativi, sia interni che esterni alla cooperativa, la persona viene accompagnata fino al raggiungimento dell’ equilibrio possibile”.

Inizialmente il progetto è iniziato con una casa con tre appartamenti situata a Sasso Marconi, chiamata il “Traghetto” A questa si è aggiunta un appartamento sempre a Sasso e uno  a Casalecchio di Reno. Gli utenti, ci spiega Laura, “vengono inviati dai SerDP (ex SerT), e possono essere supportati  dai Centri di Salute Mentale (CSM) . Si tratta di persone con problemi di dipendenza da sostanze o comportamentali come le ludopatie”. Alcuni nostri progetti sono in cogestione col  TimeOut, un servizio di Open Group dedicato ai consumatori di cocaina, che va oltre il concetto di comunità e del quale si occupa in questi giorni il collega Gianluca Gallerani per la rubrica Senza Veli.

In servizio anche nella pandemia

Laura ci ha spiegato che attualmente in IntegraT “costruiamo diversi progetti territoriali con i SerDP, che vanno dal sostegno educativo e anche psicologico attraverso colloqui”. Le persone una volta accolte  negli appartamenti, se già posseggono un lavoro continuano a recarvisi, ma nel caso siano disoccupati: “…forniamo un percorso protetto al  laboratorio ergoterapico  della Rupe Maschile”. Poiché il progetto è rivolto al “raggiungimento/ gestione dell’autonomia possibile”, gli educatori Open Group sono presenti in orario diurno, serale, ma non notturno.

 In questo servizio si considerano le competenze individuali come ricchezze da valorizzare e poiché gli utenti hanno: “…diverse caratteristiche noi ci adattiamo alle loro singole esigenze sempre nel rispetto del contesto”.

Poiché il percorso d’integrazione passa attraverso la terapia occupazionale, vi è un periodo di adattamento degli ospiti: “…perché alcuni di loro oltre che disoccupati vivevano in strada”. Nel passaggio successivo la collega Manuela Civettini li accompagna nei percorsi d tirocinio formativo . Durante la pandemia: “abbiamo registrato solamente un paio di positivi pressoché asintomatici, ma ha pesato molto l’assenza di stimoli e socialità.


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