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Coronavirus: aggiornamenti che coinvolgono i servizi Open Group

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Nuovo decreto del governo reso noto il 7 marzo sulle misure urgenti di contenimento del Coronavirus. Per illustrarne i contenuti principali, che coinvolgono lavoratori e servizi Open Group, utilizziamo la sintesi pubblicata sul sito della Regione Emilia-Romagna.

Il decreto elimina le precedenti zone rosse, e cioè i Comuni focolaio dell’epidemia della Lombardia e del Veneto, e suddivide il Paese sostanzialmente in due aree.

La prima, per la quale sono previste misure più restrittive a causa della maggiore diffusione del virus, comprende la Lombardia e le province emiliano-romagnole di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Rimini, oltre a quelle di Pesaro e Urbino nelle Marche, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli in Piemonte e Padova, Treviso, Venezia in Veneto.

Altre misure di contenimento del contagio valgono invece su tutto il territorio nazionale, e quindi sulle altre province dell’Emilia-Romagna: Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena.

Le misure contenute nel decreto sono valide dall’8 marzo al prossimo 3 aprile.

Nell’area arancione, Lombardia e altre 14 province, nidi, scuole e università resteranno chiusi fino al 3 aprile.
Nelle province di Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, la sospensione di nidi, scuole e Università rimane invece in vigore fino al 15 marzo.

Il Comune di Bologna specifica che “Rispetto al Dpcm precedente, “al fine di mantenere il distanziamento sociale, è da escludersi qualsiasi altra forma di aggregazione alternativa”. Pertanto a Bologna fino al 15 marzo resteranno chiusi i centri socioeducativi, i Centri Anni Verdi e i centri di aggregazione per adolescenti e preadolescenti.”

In tutta Italia sono chiusi musei, biblioteche e gli altri istituti e luoghi della cultura. Sono sospese inoltre le attività dei centri diurni, i centri sociali culturali e ricreativi. Il decreto stabilisce anche la chiusura di palestre, piscine e centri sportivi.

Libertà di spostamento per lavoratori e merci: In merito a una delle misure più importanti, e cioè evitare gli spostamenti di persone nelle aree oggetto delle misure più stringenti, fra cui le cinque province emiliano-romagnole, limitandole a comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e motivi di salute, il Governo, durante una videoconferenza con le Regioni nel pomeriggio, ha chiarito in modo inequivocabile come non esistano restrizioni per la mobilità dei lavoratori e delle merci né all’interno del Paese né tra il nostro Paese e gli altri. Dunque, chi deve spostarsi per ragioni di lavoro, anche fra le province e all’interno di esse, lo possa fare. E’ quindi garantito il diritto a lavorare per chi è in buona salute, non presenta sintomi né debba rispettare il periodo di quarantena. Con l’avvertenza che si tratti sempre di spostamenti per ragioni di lavoro o di necessità.

La pagina di Iperbole del Comune di Bologna dedicata agli aggiornamenti comprende anche i link al decreto del governo e a quello della Regione Emilia-Romagna: http://www.comune.bologna.it/news/coronavirus

 

 


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