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Autore: Redazione

Il nuovo Piano Freddo del Comune di Bologna

Dall’1 dicembre sarà attivo il Piano Freddo con cui il Comune di Bologna assicura la possibilità di accoglienza notturna alle persone senza dimora durante i mesi invernali.

Il Piano è attuato da Asp Città di Bologna in collaborazione con il Consorzio l’Arcolaio, in particolare con Open Group e le cooperative Piazza Grande, Società Dolce, La Piccola Carovana.

Il numero di posti per rafforzare l’accoglienza durante l’inverno è di 247, che si sommano all’accoglienza ordinaria che Bologna mette a disposizione durante tutti i mesi dell’anno, per un numero complessivo di circa 550 posti.

Le strutture del Piano Freddo

Le persone accolte dal piano freddo potranno restare nelle altre strutture dalle 19 alle 9 del mattino seguente, mentre di giorno è garantito, per chi lo desidera, un riparo dalle 9 alle 19 nelle sedi dei tre laboratori di comunità. Continuerà anche l’importante lavoro di prossimità delle unità di strada nei luoghi più frequentati dalle persone senza dimora. Alcune associazioni e parrocchie mettono a disposizione altri 50 posti, organizzati in un’accoglienza diffusa in città e in alcuni comuni della cerchia metropolitana.

Prosegue l’esperienza della nostra struttura di via Fantoni, aperta 24 ore su 24, per rispondere ai bisogni di persone che lavorano, ma che non trovano alloggio in città, che necessitano di riposo durante le ore diurne. Altri posti, nella rete delle accoglienze diffuse, saranno inoltre dedicati all’accoglienza e al riposo diurno dei lavoratori impegnati in orario notturno.

Come tutti gli anni anche le cittadine e i cittadini possono collaborare con chi lavora nel Piano Freddo, segnalando eventuali situazioni di disagio in strada alla mail instrada@piazzagrande.it

La Pinacoteca Il Guercino riapre al pubblico

Prima riapertura della Pinacoteca “Il Guercino” dopo 11 anni  

La Civica Pinacoteca “Il Guercino” ha riaperto per la prima volta dal terremoto del 2012, dopo un importante intervento di ricostruzione messo in atto negli ultimi due anni. Al suo interno i visitatori e le visitatrici potranno stupirsi di fronte alla più grande collezione al mondo delle opere del Guercino e della sua Bottega. Si contano, infatti, 120 opere tra pitture e sculture, 46 disegni e 20 affreschi stuccati, esposti su due piani.  

L’inaugurazione di questo spazio d’arte è stato un evento molto sentito per la città natale dell’artista italiano Giovanni Francesco Barbieri, noto anche come Il Guercino. L’ingresso alla mostra sarà libero e gratuito fino al 7 gennaio 2024, con chiusura il 25 dicembre e il 1° gennaio. Una grande opportunità per conoscere più da vicino uno dei massimi pittori del Barocco emiliano. 

Interno di una pinacoteca con muri azzurri e pavimento chiaro. In primo piano il quadro di una rappresentazione sacra. L'ambiente è minimalista e ben curato.

Il nostro ruolo nella Pinacoteca “Il Guercino”

Cinque professioniste del nostro settore Patrimoni gestiranno, all’interno della Civica Pinacoteca “Il Guercino”, i servizi di accoglienza, sorveglianza, biglietteria e bookshop. 

Abbiamo ottenuto questo nuovo affidamento diretto dal Comune di Cento in seguito all’ottima collaborazione che abbiamo instaurato a partire dalla mostra “Emozione Barocca, tra il 2019 e il 2020. In questi anni siamo sempre rimastə in contatto con l’ufficio cultura del Comune, occupandoci nel 2021 del Castello della Rocca e della Pinacoteca San Lorenzo. 

Per altre info puoi consultare il sito del museo.

 Il Guercino, in breve 

Il Guercino, nome d’arte di Giovanni Francesco Barbieri, è un’icona del Barocco italiano del XVII secolo. Nato a Cento nel 1591, il suo talento artistico ha illuminato l’epoca con opere che ancora oggi ci affascinano. Il suo soprannome, “Il Guercino” (letteralmente “Il piccolo storto”), allude al suo leggero strabismo, un dettaglio umano che rende la sua figura ancor più affascinante. 

La carriera di Il Guercino è stata segnata da capolavori, dai ritratti agli affreschi, caratterizzati un uso eloquente del colore. Il Guercino ha contribuito in modo significativo alla scuola bolognese, influenzando generazioni di artisti. La sua opera più celebre è forse la pala d’altare “San Pietro in Estasi”, che incarna l’abilità del pittore di catturare la spiritualità con un tocco tangibile.  

Il Guercino ha trascorso gran parte della sua vita a Bologna, lasciando un’impronta indelebile sulla città. La sua eredità artistica ispira e incanta ancora oggi, a dimostrare che l’arte del Guercino è un tesoro prezioso nel panorama culturale italiano. 

Violenza di genere, il nostro webinar

 

“Nessun uomo e nessuna donna può considerarsi estranea/estraneo al tema della violenza maschile contro le donne poiché siamo tutt natə e cresciutə in un contesto impregnato di disparità e di rappresentazioni sociali che tendono a legittimare questa violenza.”

Il nostro webinar sulla violenza di genere con l’associazione Senza Violenza

Inviolabilità del corpo femminile, responsabilità, urgenza di un cambiamento politico-culturale.

Questi sono solo alcuni dei temi a partire dei quali si è articolato il nostro webinar sui temi della violenza di genere e della cultura del rispetto.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, abbiamo voluto creare un’occasione di riflessione e formazione per le persone che lavorano in Open Group e per quelle che accogliamo nei nostri servizi.

Lo abbiamo fatto insieme all’associazione Senza Violenza, che negli scorsi mesi ci ha guidatə anche in un percorso per ragionare sulla violenza maschile contro le donne. Il nostro obiettivo è capire come approcciarci a questo fenomeno complesso e di matrice culturale mettendo il focus su chi agisce la violenza, senza però perdere di vista i bisogni di chi la subisce.

Il webinar si inserisce nella più ampia cornice del nostro lavoro sulla costruzione e diffusione di una cultura fondata sul rispetto e sulla valorizzazione di tutte le diversità.

L’associazione Senza Violenza

Senza Violenza è un’associazione nata nel 2013, che conta ad oggi 18 socie e soci.

L’associazione è formata da un gruppo di uomini e di donne che condividono l’urgenza di affermare:

  • l’inaccettabilità di ogni forma di violenza e prevaricazione agita dagli uomini nei confronti delle donne;
  • la necessità di un’assunzione di responsabilità, individuale e sociale, del problema della violenza maschile contro le donne;
  • l’esigenza di promuovere un patto di cittadinanza, tra uomini e donne, fondato sul riconoscimento della differenza sessuale e sul principio dell’inviolabilità del corpo femminile.

Senza Violenza muove dal presupposto che la violenza maschile contro le donne sia un problema strutturale complesso, determinato da strette connessioni tra codici culturali, sistemi di potere e comportamenti individuali. Uno degli obiettivi dell’associazione è contribuire a promuovere una strategia per sradicare i sistemi di potere/sapere di cui la violenza si alimenta.

Nel 2017 questa realtà ha dato vita al Centro Senza Violenza nel novembre 2017. Il Centro è un luogo progettato a partire dall’esperienza e dal punto di vista che le donne hanno espresso sulla violenza maschile. L’apertura del Centro Senza Violenza è stata resa possibile dalla collaborazione con il Comune di Bologna, con la Casa delle donne e con ASP Città di Bologna.

A Claterna giochi e giocattoli del mondo romano

Giochi e giocattoli nel mondo romano

In occasione della giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia, domenica 19 novembre dalle 15.30 alle 17.30, il Museo della Città Romana di Claterna propone un approfondimento sui giochi dell’antica Roma: una visita guidata per adultə e un laboratorio didattico per bambinə dai 6 ai 10 anni.

L’attività del gioco, da sempre comune a tutte le civiltà, non riguarda solo il mondo dei e delle bambinə, ma anche quello delle persone adulte. Un antico manufatto raffigurante una gamba di bambola esposto al museo, sarà il punto di partenza di una visita tematica legata alla sfera ludico-creativa. Le più piccole e i più piccoli, invece, si divertiranno a realizzare una bambola snodabile utilizzando cartoncino, colori e spago. Al termine del laboratorio ogni bambina e ogni bambino si porterà a casa il giocattolo costruito insieme, come ricordo dell’esperienza.

Bambino o bambina gioca con uno spago. Indossa un maglione bianco a righe nere. Ha le mani posate su un tavolo bianco e i capelli scuri. La fotografia è scattata dall'alto.

Programma e info utili

La partecipazione a “Giochi e giocattoli del mondo romano” è gratuita, previa prenotazione. Puoi prenotarti in diversi modi:

Ci trovi in Piazza Allede 18 a Ozzano dell’Emilia (BO).

Cos’è il Museo di Claterna

In un contesto accogliente e luminoso il museo si apre ai visitatori e alle visitatrici, guidandolə nel passato: oggetti antichi, disegni ricostruttivi, fotografie e testi si mescolano gli uni agli altri fino a creare un racconto lungo quanto la storia di una città romana della nostra regione: Claterna.

La storia di Claterna è fatta soprattutto di piccoli gesti, quelli degli uomini, delle donne, e di tuttə coloro che l’hanno abitata, vissuta, cambiata e, alla fine, abbandonata.

È il nostro settore Patrimoni culturali a curare le visite guidate e i laboratori didattici del Museo della città romana di Claterna.

Come lavoriamo nel contesto del programma PIPPI?

Le parole del programma PIPPI

Come descriviamo il nostro lavoro educativo con le famiglie in situazione di vulnerabilità nel contesto del programma PIPPI?

Le parole che scegliamo ci aiutano a descrivere ciò che facciamo, ma ci permettono anche di creare e ricreare una cornice di senso all’interno della quale sviluppare i percorsi con le famiglie.

Il nostro lavoro con le famiglie, quindi, è:

  • partecipazione attiva: noi non lavoriamo sulle famiglie o per le famiglie, ma con le famiglie;
  • approccio caleidoscopico: il caleidoscopio, oggetto a tratti magico e surreale, permette di vedere riflessi o ripetuti oggetti da divere angolazioni, offrendo una prospettiva variegata e interessante, mai piatta. Il nostro approccio è caleidoscopico: osserviamo le dinamiche e le persone da più angolazioni possibili;
  • esplorazione: nel nostro lavoro con le famiglie andiamo alla scoperta di quegli anfratti di vita dove uno sguardo superficiale non arriva. Cerchiamo gli spazi più scuri, e da lì cerchiamo, insieme, la luce. Anche una semplice candela è, a volte, un grande inizio;
  • crescita: crediamo e investiamo nella crescita di tutta la famiglia, genitori inclusi. Con PIPPI ambiamo a un’evoluzione della genitorialità, partendo dal presupposto che i genitori non nascono onniscienti, ma imparano facendo e sbagliando – come tutte e tutti, del resto!
  • prevenzione: accompagniamo le famiglie per evitare che la vulnerabilità diventi qualcosa di più dannoso e complesso. Quando le situazioni si complicano, infatti, è più difficile, complesso e doloroso riuscire a recuperarle.

Una bambina o un bambino è in braccio a una persona adulta. Nella foto compaiono le braccia della persona adulta e la parte posteriore del corpo della piccola creatura, di cui non si vede il viso. La bambina o il bambino indossa pantaloni tipo fuseaux a righe bianche e rosse, sulle quali è presente il museo stilizzato di un animale.

Cos’è PIPPI?

PIPPI è il Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione che nasce per affiancare le famiglie che stanno attraversando una situazione di vulnerabilità, evitando l’allontanamento dei bambini e delle bambine dal proprio nucleo.

Questo programma opera a stretto contatto con le famiglie, disegnando percorsi su misura per prevenire allontanamenti, disuguaglianze e dispersione scolastica. Tra le priorità di PIPPI c’è quella di garantire ai bambini e alle bambine un ambiente stabile e sicuro in cui vivere e crescere.

“Per meglio dire, per meglio fare”

Del programma PIPPI, del suo approccio e delle cornici di senso nelle quali si inserisce parleremo il 16 novembre a “Per meglio dire, per meglio fare”, una giornata di condivisione e di riflessione sulle esperienze di PIPPI.

“Per meglio dire, per meglio fare” si terrà negli spazi della nostra sede centrale, in via Milazzo 30 a Bologna. Questo evento sarà preceduto da due giornate di formazione a cura di Oplà, la nostra Learning Academy. I workshop formativi saranno dedicati a professioniste e professionisti del mondo PIPPI, quali psicologhe e psicologi, assistenti sociali, educatori ed educatrici.

“Per meglio dire, per meglio fare” è, inoltre, un evento patrocinato dalla Regione Emilia-Romagna ed è accreditato per la Formazione Continua degli e delle assistenti sociali.

La partecipazione è gratuita previa iscrizione, prenota subito il tuo posto qui!

Evento PIPPI, tra formazione e restituzione

L’evento sul programma PIPPI: 14, 15 e 16 novembre a Bologna

Tre giorni per formarci e confrontarci su PIPPI, il Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione che ha l’obiettivo di innovare gli interventi socio-educativi rivolti alle famiglie che stanno vivendo una situazione difficile.

Le date da segnare sul calendario sono il 14, il 15 e il 16 novembre. Abbiamo ideato e organizzato “Per meglio dire, per meglio fare“ negli spazi della nostra sede centrale, in via Milazzo 30 a Bologna. Si tratta di un evento aperto agli esperti e alle esperte del settore educativo e delle università. Il nostro obiettivo è creare uno spazio di dialogo tra i diversi territori che stanno applicando il programma PIPPI e permettere alle molteplici professionalità coinvolte di formarsi, di scambiarsi buone pratiche e di immaginare nuovi percorsi.

Gruppo di adulti, adulte, bambine e bambini si tengono per mano. Sono fotografati di spalle e camminano su una distesa di foglie cadute dai colori autunnali. L'atmosfera è luminosa, calda, di festa.

“Per meglio dire, per meglio fare”, il programma

I primi due giorni di “Per meglio dire, per meglio fare“ saranno dedicati alla formazione di una serie di professionalità selezionate e attive all’interno del programma PIPPI. Tutti i workshop sono a cura di Oplà, la nostra Learning Academy.

Il terzo giorno, invece, sarà dedicato a una plenaria aperta a tutte e tutti. In questa giornata, patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna, ci confronteremo su varie tematiche chiave del programma PIPPI. Tra queste:

  • il coinvolgimento e la crescita evolutiva nel programma PIPPI;
  • la comunità come rete di famiglie solidali;
  • le possibili traiettorie di intervento per favorire la costruzione di condizioni favorevoli;
  • le comunità genitori-figlə.

Questa giornata è accreditata per la Formazione Continua degli e delle assistenti sociali.

Qui il programma completo della plenaria. Per partecipare è necessario iscriversi a questo link. L’evento è gratuito.

Cos’è PIPPI e qual è il suo obiettivo?

PIPPI è il Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione e ha un obiettivo chiaro: innovare gli interventi rivolti alle famiglie che stanno vivendo una situazione difficile e che potrebbero subire l’allontanamento dei bambini e delle bambine.

Il programma vuole evitare l’allontanamento di bambine e bambini dalla famiglia e ha tra i suoi obiettivi quello di prevenire le situazioni che possono portare all’abbandono scolastico e alla disparità sociale ed economica del/della bambinə. PIPPI opera quindi sul nucleo familiare, favorendo una genitorialità positiva e responsabile.

Open Erasmus: di scambi, scoperte e condivisione

Di tutto un po’, in autunno

“Di tutto un po’, in autunno” è il nuovissimo percorso Open Erasmus. Questo progetto, pensato per tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici di Open Group, nelle scorse edizioni ha portato oltre cento colleghe e colleghi a conoscere le varie anime che compongono la nostra impresa sociale.

Di che cosa si tratta? Open Erasmus è il progetto di scambio all’interno dei servizi della nostra cooperativa. Si parte al mattino e si trona al pomeriggio, viaggiando a bordo di un bus. Si visiteranno realtà e servizi, trascorrendo del tempo insieme e scambiandosi opinioni e storie.

Perché Open Erasmus?

In Open Group lavorano più di 900 persone. I servizi che la cooperativa offre sono numerosi: ci prendiamo cura delle persone più fragili; educhiamo i bambini e le bambine con il digitale; aiutiamo persone con dipendenze; sosteniamo chi ha bisogno di una casa; siamo la creatività per guidare le persone con disabilità sulla strada per l’autonomia; curiamo archivi, cataloghiamo libri, facciamo da mediatore nei musei.

Noi di Open Group lavoriamo all’intero di una realtà cooperativa ampia, ci occupiamo di tante cose, e i nostri servizi sono dislocati in un territorio vasto. Poter esplorare realtà e conoscere persone diverse da quelle che frequentiamo nel quotidiano ci permette di crescere, di tessere reti, di abitare la complessità.

Gruppo di persone fotografato di spalle. La foto sembra essere scattata in un parco. Il cielo è grigio e le persone indossano vestiti pesanti. Si deduce che sia tardo autunno o inizio primavera.

Dove andremo?

L’itinerario di quest’edizione autunnale ci porterà in tante realtà diverse:

  • Montebello, il nostro laboratorio protetto per persone con disabilità completamente immerso nel verde;
  • la Rupe maschile, storico servizio di Open Group che accoglie persone con dipendenza da sostanze;
  • uno dei progetti SAI riservato a persone vulnerabili;
  • Second Life, area del riuso di Bologna e luogo dove gli oggetti acquistano una nuova vita;
  • La biblioteca di Borgo Panigale.

Scambiarsi idee, mettersi nei panni di altrə, immaginare nuove traiettorie: quale modo migliore di scoprire e scoprirsi?

Premio Nobel per l’economia a Goldin

Premio Nobel per l’economia a Claudia Goldin

Claudia Goldin ha vinto il premio Nobel per l’economia.

I suoi studi hanno dimostrato le radici profonde del gender gap analizzando guadagni e partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel corso degli ultimi due secoli negli Stati Uniti.
Ha indagato voce per voce tutte le variabili economiche, sociali e politiche che hanno determinato la disparità nei diritti e nelle retribuzioni in ambiente di lavoro.
Nei suoi studi ha sottolineato come anche l’organizzazione del posto di lavoro può influenzare le differenze di genere.

Claudia Goldin, vincitrice del premio Nobel per l'economia 2023, è seduta a una scrivania scura. Indossa una giacca nera con della pelliccia sulle spalle. Sullo sfondo un pannello rosso con delle scritte bianche.

Occupazione femminile, qualche dato e un festival

Siamo contentə di poter festeggiare oggi questo traguardo (Goldin è la terza donne ad aver ricevuto il premio negli ultimi 55 anni): grazie ai suoi studi il soffitto di cristallo si è assottigliato, ma la strada da fare è ancora lunga.  I dati lo confermano, come riporta un articolo de Il Sole 24 Ore: a gennaio del 2023 l’occupazione femminile in Italia è cresciuta dell’1,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Le donne tra i 15 e i 64 anni che lavorano sono il 51,9% contro il 69,7% degli uomini. Abbiamo recuperato la situazione post pandemia ma il gap di genere rimane evidente in ogni dimensione: le donne che svolgono un lavoro retribuito restano circa la metà, il tasso di disoccupazione femminile è del 9,5%, quello maschile è del 6,7%. Le donne inattive sono il 42% contro il 25 degli uomini.

La cura familiare resta ancora appannaggio femminile: per le donne rappresenta il 62% sul tempo di lavoro complessivo in una coppia di partener occupatə.

Di lavoro, genere e disuguaglianze parleremo in uno dei panel del festival La città delle donne, perché anche noi vogliamo contribuire, nel nostro piccolo, a garantire diritti e parità. Ci vediamo a Bologna il 20, 21 e 22 ottobre. L’evento è gratuito; puoi prenotare il tuo posto qui.

Il Paese delle Meraviglie: prevenzione e digitale

Il Paese delle Meraviglie: origini e obiettivi

Il mondo attorno a noi cambia rapidamente, presentandoci nuove opportunità di relazione e interazione.  Mentre ci adattiamo a queste novità, è essenziale anche riconoscere e affrontare le potenziali sfide.

Da questa consapevolezza nasce Il Paese delle Meraviglie, un servizio per le scuole secondarie di primo grado di Bologna. Inizialmente, il progetto si è focalizzato sulla promozione del benessere e sulla prevenzione dell’uso di sostanze e gioco d’azzardo. Con il tempo, però, abbiamo identificato nuove problematiche legate al crescente uso di tecnologie come videogiochi, social media e piattaforme di streaming. Questi strumenti, se utilizzati con scarsa consapevolezza, possono dar vita a nuove forme di dipendenza.

I nuovi media sono fondamentali per ə ragazzə: attraverso questi mezzi i e le giovani esplorano e definiscono la loro identità, proprio come Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll, da cui il progetto prende il nome. Il viaggio della protagonista della storia di Carroll diventa metafora del percorso di crescita e delle sfide che gli e le adolescenti affrontano in un mondo in continua e rapidissima evoluzione.

Laboratori e Metodologia 

I laboratori proposti coprono diverse tematiche, ciascuna ideata per specifiche fasce d’età:

  • dinamiche di gruppo per gli e le alunni di prima media. La nostra proposta si focalizza sulle interazioni in ambiente digitale, a partire da piattaforme come WhatsApp e TikTok;
  • sviluppo dell’immagine di sé e della percezione corporea per le seconde. In questi laboratori analizziamo come i ragazzi e le ragazze vivono il mondo di Internet e come si rappresentano in rete;
  • discussione sulle sostanze, sul gioco d’azzardo e sulle tecnologie per le e gli studenti di terza media. In questo contesto approfondiamo sia le forme di dipendenza tradizionali sia quelle più recenti e legate alla tecnologia.

Il nostro principale obiettivo è dare agli  e alle studenti gli strumenti necessari per orientarsi in un mondo sempre più complesso. Piuttosto che imporre un unico modello di benessere, vogliamo celebrare la diversità di ogni ragazzə, enfatizzando l’importanza delle relazioni genuine e del supporto tra pari. Quest’ultimo aspetto è, per noi, essenziale: poiché le dipendenze spesso conducono a una spirale di isolamento, rafforzare i legami interpersonali rappresenta una chiave efficace di prevenzione e sostegno.

Claterna Attiva: rivivere l’antica Roma

Immergiamoci nel passato al Museo di Claterna 

In occasione del ventesimo anniversario della Festa della Storia, il 7 ottobre Claterna Attiva renderà possibile immergersi nell’antica Roma. Nell’area archeologica sarà ricostruito un fedele accampamento romano nel quale sarà possibile rivivere la vita quotidiana di una legione del I secolo d.C., la Legio XIII Gemina. Saranno organizzate anche diverse attività per fare questo salto nel passato insieme a bambinə e ragazzə.

Cosa ci attende? Il programma

Attraverso attività di rievocazione realizzate tramite archeologia sperimentale e living history, avremo l’opportunità di visualizzare e immaginare la vita quotidiana dei soldati come se fossimo lì con loro.

Le visite guidate, curate da espertə archeologə della Soprintendenza ABAP di Bologna, ci permetteranno di svelare i misteri e la storia degli scavi. I tour saranno disponibili alle ore: 10:00, 11:00, 12:00, 14:00, 15:00 e 16:00.

Ə bambinə dai 6 agli 11 anni potranno scegliere tra due laboratori

  • Costruisci e Gioca con la scacchiera romana per giocare insieme (turni 15:00 e 16:00);
  • Cerca, Trova e Costruisci un laboratorio creativo (turni 10:00 e 11:00).

Per ə bambinə al di sotto degli otto anni è necessaria la partecipazione dei genitori. 

Ə ragazzə dai 12 ai 18 anni, invece, potranno invece immergersi in un’avventura storica con i legionari tra cui tiro con l’arco, tiro con l’onagro (catapulta) e vestizione del legionario. I turni saranno due: alle 11.30 e alle 16.30. 

Info utili e prenotazione

L’evento si svolge all’aperto ed è gratuito. La capacità è limitata a 30 persone per turno.

Per prenotare puoi: 

Per l’evento verrà messo a disposizione un parcheggio di fronte al sito archeologico e adiacente la casa gialla, indicato con apposita segnaletica. L’indirizzo per raggiungerlo è: Via Emilia n. 484, località Maggio, Ozzano dell’Emilia.

In caso di maltempo l’evento verrà rimandato a sabato 21 ottobre.

Per altre info consulta il sito del museo e il volantino dell’evento. 

Cos’è il Museo di Claterna

In un contesto accogliente e luminoso il museo si apre ai visitatori e alle visitatrici, guidandolə nel passato: oggetti antichi, disegni ricostruttivi, fotografie e testi si mescolano gli uni agli altri fino a creare un racconto lungo quanto la storia di una città romana della nostra regione: Claterna.

La storia di Claterna è fatta soprattutto di piccoli gesti, quelli degli uomini, delle donne, e di tuttə coloro che l’hanno abitata, vissuta, cambiata e, alla fine, abbandonata.

È il nostro settore Patrimoni culturali a curare le visite guidate e i laboratori didattici del Museo della città romana di Claterna.

Le nostre strutture residenziali a EuSarf

Un’indagine sulle strutture residenziali per famiglie in difficoltà

È possibile migliorare la vita delle persone attraverso strutture residenziali specifiche? Come possono queste strutture aiutare le famiglie a superare momenti di crisi e a costruire un futuro migliore?

Abbiamo ragionato su queste tematiche, in alcune situazioni cercando risposte e in altre provando a darle, nel corso del convegno di EuSARF, l’Associazione Scientifica Europea sulla Cura Residenziale e Familiare per Bambinə e Adolescenti, tenutosi a Brighton.

Siamo statə spettatorə, ma abbiamo anche portato un contributo presentando una ricerca svolta dalla Dott.sa Giorgia Olezzi, responsabile dei settori Housing sociale e Mamma/bambinə di Open Group, e la Prof.ssa Laura Palareti.  Il titolo dello studio è Family partnership in residential youth care – Does Shared Family Care works? A pilot study on families discharged between 2016 and 2021 from two Italian SFC units.

La ricerca e il nostro approccio 

La ricerca ha indagato e valutato l’efficacia di due tra i nostri servizi residenziali: Casa di Sara e La Quercia. Queste strutture sono progettate per accogliere nuclei familiari mamma/bambinə in situazioni di disagio sociale, relazionale ed economico.

Queste comunità, attive 24 ore su 24, non sono semplici rifugi, ma veri e propri centri di crescita e sostegno. Il loro obiettivo principale? Garantire la tutela dei bambini e delle bambine e fornire alle mamme gli strumenti necessari per sviluppare o affinare le proprie capacità genitoriali. Questi luoghi, inoltre, sono un punto di riferimento per le donne in gravidanza, sia maggiorenni che minorenni. 

L’approccio di Open Group si basa sulla condivisione: le famiglie accolte nelle strutture vivono quotidianamente routine, relazioni e valori, creando un ambiente in cui le mamme possono acquisire nuove competenze e rafforzare il legame con ə proprə figlə.

Il nostro intervento al convegno EuSARF non è stato solo un’occasione per presentare i risultati della ricerca, ma anche un momento di confronto e scambio con altrə professionistə europei, ribadendo l’importanza di lavorare insieme per il benessere di bambinə e famiglie.

La città delle donne a Bologna

“Anche se ci piace credere che la società si sia evoluta oltre i rigidi confini dei ruoli di genere, le donne e gli altri gruppi emarginati continuano a vedere le loro vite limitate da quelle stesse norme sociali che sono incorporate nelle nostre città”.

Leslie Kern, La città femminista

La città delle donne a Bologna

Con un calendario ricco di incontri, workshop gratuiti e momenti performativi, “La città delle donne”, organizzata da Associazione Spostamenti, Fondazione Barberini e Open Group, vuole promuovere e incentivare la cultura della diversità e favorire la reciproca conoscenza tra istituzioni, associazioni, imprese, privati e cittadine e cittadini.

La tre giorni si svolgerà a Bologna, dal 20 al 22 ottobre e si muoverà tra Sala Tassinari a Palazzo D’Accursio, nel cuore della città, e Fondazione Barberini, in via Mentana 2.

Scarica il programma 

Vuoi partecipare all’evento? Iscriviti, l’ingresso è gratuito

Obiettivo comune, migliorare la vita delle donne nella città da un punto di vista urbanistico, sociale e culturale, cercando di agevolarne le necessità di ogni giorno.

Ma anche raccontare storie, carriere, percorsi personali, conoscendo da vicino professioniste che non si sono mai perse d’animo né di vista, in un percorso alla conquista di una piena legittimazione e rappresentanza.

 

La città femminista

Secondo la saggista canadese Leslie Kern, ancora oggi le donne vivono la città con una serie di barriere – fisiche, sociali, economiche e simboliche – che modellano la loro vita quotidiana attraverso dinamiche che sono profondamente (sebbene non solo) di genere.

Barriere per la maggior parte invisibili agli uomini che non contemplano le medesime esperienze, ma che si attestano come i principali responsabili delle decisioni.

Figura ispiratrice de “La città delle donne” a Bologna è  Mirella Bartolotti, politica, storica, prima donna ad assumere un incarico amministrativo nel Comune di Bologna: il sindaco Giuseppe Dozza, nel 1956, le affidò – primo in Italia – la delega ai Problemi delle donne, assistenza e beneficenza. Bartolotti, allora venticinquenne, individuò subito i due grandi problemi del mondo femminile: la scarsa scolarità e la difficoltà a entrare nel mondo del lavoro. A lei e al suo impegno è dedicata questa prima edizione.

Se vuoi costruire con noi una città accessibile a tutte e tutti iscriviti al festival.

Scarica il programma.

Giovani e digitale: rispondere alla complessità

Media Digitali: Tra Rischi e Opportunità 

“Il web offre infinite opportunità, non solo a chi sta crescendo, a tutti noi. Però necessita di molte competenze, un po’ come succede con qualsiasi mezzo di trasporto che decidiamo di usare nella vita”

Le parole di Alberto Pellai evidenziano come nell’attuale era digitale, Internet sia una finestra aperta su un mondo ricco di possibilità e scoperte. Tuttavia, il mondo online presenta alcuni rischi da analizzare con consapevolezza.

I e le giovani si avventurano spesso in questo universo senza una chiara direzione, incorrendo in pericoli come fake news, cyberbullismo e contenuti inappropriati. Una preoccupazione crescente è la dipendenza da videogiochi, che potrebbe influenzare la profondità e la qualità delle loro interazioni interpersonali.

Nonostante le sfide che presenta, è innegabile l’enorme potenziale di crescita, scoperta, apprendimento e divertimento offerto dai media digitali. Questi strumenti giocano un ruolo chiave nel formare la visione del mondo di bambinǝ e adolescenti, arricchendo profondamente le loro esperienze.

In questo panorama, l’intervento dei genitori, degli educatori e delle educatrici è fondamentale. Più che limitare, il loro ruolo è quello di guidare. È cruciale capire i bisogni delle nuove generazioni e trovare – o inventare – gli strumenti giusti per aiutarle a sfruttare al meglio le opportunità che i dispositivi digitali offrono. 

Due adolescenti giocano con dispositivi digitali. Sono posti di profilo, quello più vicino all'inquadratura è appoggiato su dei cuscini bianchi e grifi indossa una maglietta verde e guarda lo smartphone con delle cuffie rosse. Quello più sullo sfondo ha in mano un ipad

Navigare le domande del digitale

Le sfide poste dai media digitali sollevano una serie di domande cruciali: quali sono i reali rischi e le potenzialità delle tecnologie durante l’età evolutiva? Come possiamo, come genitori ed educatori, dare risposte concrete a questi quesiti?

Il 26 settembre, alle ore 18:00, presso l’Auditorium della Biblioteca Le Scuole a Pieve di Cento, avremo l’occasione di affrontare queste tematiche.

Grazie all’iniziativa del Centro per le Famiglie del Distretto di Pianura Est, in collaborazione con Officina delle Relazioni e Piano di Zona, potremo ascoltare il Dr. Alberto Pellai, un esperto nel campo. Con il suo intervento Minori e tecnologie: qual è l’età giusta, si aprirà uno spazio di dialogo e confronto per rispondere a questi interrogativi.

Per ulteriori dettagli sull’evento, potete contattare il numero 333 6296526 o inviare una mail a centroperlefamiglie.pianuraest@renogalliera.it.

 

Fonti:

  • Rivoltella P.C., Screen Generation. Gli adolescenti e le prospettive dell’educazione nell’età dei media digitali, Vita e Pensiero Editrice, 2006; 
  • Pellai A., Tutto troppo preso. L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di internet, De Agostini, 2021. 

Eutierrìa, il documentario e l’installazione

Una giornata di espressione e narrazione al Palazzo Bargellini Palavicini Panzacchi

Il 23 settembre, gli spazi di Palazzo Bargellini Palavicini Panzacchi diventeranno un palcoscenico di emozioni. Ci immergeremo in un universo di movimenti, espressioni e suoni grazie al video documentario di Eutierrìa, realizzato da Zero51 Audiolab, e all’installazione audio curata da Lucia Manassi e Alice Facchini. 

Questo evento nasce dalla collaborazione tra Nove Punti, Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei e Open Group. A partire da gennaio 2023, Nove Punti e Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei hanno svolto un percorso di sperimentazione del movimento con le persone migranti accolte nel nostro CAS di Vidiciatico e con alcune delle persone con disabilità cognitiva che frequentano i nostri centri diurni. 

Il 23 settembre, quindi, il Palazzo Bargellini Palavicini Panzacchi diventerà  luogo di incontro e di racconto. Scopriremo insieme le storie di chi ha preso parte al progetto Eutierrìa, addentrandoci nel percorso svolto negli scorsi mesi, accompagnatə da suoni e video.

La partecipazione all’evento è gratuita; per chi lo desiderasse, sarà possibile lasciare un contributo. La prenotazione è obbligatoria. È possibile prenotarsi via email a info@perasperafestival.org o contattando il 338 6303693 su WhatsApp.

Persona fotografata di spalle con capelli scuri e felpa nera balla. Nella foto si vede anche la testa di un'altra persona, che ha capelli biondi, e la mano di una persona che indossa un bracciale argentato e una felpa grigia.

Cos’è Eutierrìa?

Cosa rappresenta Eutierrìa e perché dovremmo conoscere questo progetto? Eutierrìa – corpi in equilibrio è un percorso di formazione e di espressione corporea rivolto a persone migranti e a persone con disabilità cognitiva che si è concluso quest’estate.

Questo progetto è nato dalla collaborazione tra Nove Punti APS/perAspera festival e Open Group. La nostra cooperativa ha contribuito al percorso sia nella fase di progettazione che nella realizzazione. Le nostre realtà direttamente coinvolte nel progetto sono: il Centro di Accoglienza Straordinaria di Vidiciatico, nell’Appennino, che accoglie persone migranti. Marakanda, il Borgo e Easy to live, alcuni dei nostri servizi per persone adulte con disabilità.

Da gennaio 2023 danzatori, danzatrici, ospiti delle strutture, operatori e operatrici coinvoltә nel progetto hanno condiviso momenti di formazione. Qui la formazione è intesa come educazione ai linguaggi del gesto che trascende le barriere fisiche, architettoniche e culturali, e come occasione di riflessione sui corpi e sul loro muoversi nello spazio pubblico. Corpi spesso invisibilizzati in Eutierrìa diventano arte, si fanno cuore dell’opera.

PIPPI: Intervento Strategico Nei Territori

Il Programma PIPPI: prevenzione e intervento per le famiglie

PIPPI è il Programma di intervento per la prevenzione dell’istituzionalizzazione e ha un obiettivo chiaro: innovare gli interventi rivolti alle famiglie che stanno vivendo una situazione difficile e che potrebbero subire l’allontanamento dei bambini e delle bambine.

Il nostro approccio consiste nel rendere la famiglia protagonista lavorando sulle loro risorse e capacità per evitare l’allontanamento delle e dei minorenni.

Nel caso in cui la separazione sia inevitabile, garantiamo un approccio su misura, focalizzato sulle esigenze delle persone e dei loro specifici contesti territoriali.

Le  équipe che lavorano usando PIPPI operano in stretta collaborazione con i Servizi Sociali, estendendo l’impatto del programma  attraverso diversi territori italiani:

  • Conegliano Veneto, nella provincia di Treviso
  • Veneto Orientale, in provincia di Venezia;
  • Distretto centro nord di Ferrara;
  • Alto Ferrarese;
  • Appennino bolognese;
  • Cesena e Valle del Savio;
  • Pesaro-Urbino;
  • Monterotondo (Lazio);
  • Gagliano del Capo provincia di Lecce.

Stiamo lavorando per intrecciare ulteriori collaborazioni, al fine di estendere la portata del nostro programma.

Le mani di un bambino e quelle di un adulto si sovrappongono con all'interno dei pezzi di carta ritagliati che formano la famiglia Tutto su una scrivania.Angolo a sinistra si intravedono una penna un salvadanaio e dei soldi. Sotto le chiavi. Angolo in basso a sinistra una tassa di caffè. Nell'angolo in alto a destra una tastiera di un pc, una piantina sotto e nell'angolo in basso a destra degli occhiali da vista neri riposti su un foglio.

L’essenza di PIPPI: un acronimo ricco di significato

Ma cosa rappresenta realmente PIPPI per noi?

  • Programma: PIPPI è un metodo di lavoro strutturato, ma flessibile e capace di adattarsi alle esigenze di ogni territorio;
  • Intervento: operatrici e operatori progettano in modo concreto i cambiamenti necessari con le famiglie per garantire ai bambini e alle bambine un ambiente stabile e sicuro;
  • Prevenzione: PIPPI supporta le famiglie promuovendo una genitorialità positiva e responsabile, per contrastare disuguaglianze sociali, dispersione scolastica e separazioni non giustificate dei bambini e delle bambine dalla loro famiglia d’origine;
  • Istituzionalizzazione: ci impegniamo a evitare situazioni in cui la burocrazia diventa un ostacolo insormontabile, assicurando flessibilità alle famiglie che hanno bisogni specifici e che si evolvono nel tempo.

Con il programma PIPPI, in sintesi, possiamo valutare in modo accurato la situazione di ogni bambino, bambina e della loro famiglia. Il nostro obiettivo è lavorare insieme a loro per costruire un progetto condiviso con un piano specifico, evitando di interrompere i legami.

Oplà all’Exploring Elearning

Oplà all’Exploring Elearning

Il 28 e 29 Settembre 2023 la nostra academy Oplà parteciperà all’ Exploring Elearning. L’evento si svolgerà a Milano, al Teatro Franco Parenti.

Saranno giornate di nuovi stimoli, riservate a coloro che lavorano nel settore dell’e-learning o che sono convintə che l’apprendimento sia uno strumento per stimolare curiosità, sostenibilità e benessere, con il supporto delle tecnologie.

All’interno di questa cornice, venerdì 29 settembre dalle 9.30 alle 10.30, Anna Rita Cuppini, la nostra direttrice generale, e Silvia Martini, la responsabile della nostra Oplà, interverranno a Faculty allargata – le figure emergenti. Modelli virtuosi per formazione on the job.

In questo contesto, esamineremo come le organizzazioni arricchiscono i gruppi di formatrici e formatori tradizionali con delle figure emergenti. Porteremo l’esperienza di Oplà, indagheremo come queste nuove posizioni si inseriscono nella formazione che avviene sul lavoro e come questo settore sta cambiando.

Perché l’Academy dovrebbe essere il motore delle trasformazioni interne? Come promuovere relazioni significative nei percorsi di apprendimento? Queste sono solo alcune domande che guideranno la discussione e i workshop all’interno del nostro panel.

 

Oplà, la nostra Learning Academy

Oplà, la Open Group Learning Academy,  è il nostro hub del sapere e la prima corporate academy a nascere da una cooperativa sociale.

Abbiamo immaginato un luogo (anche virtuale) per lo sviluppo delle competenze professionali di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori del settore dei servizi alla persona: i professionisti e le professioniste di enti pubblici e privati, imprese sociali e terzo settore, e le persone di Open Group.

La nostra Oplà prevede un’offerta di corsi differenziati per 10 settori di competenza e per ruoli, per rafforzare le competenze specifiche e tecniche, offre un modello di apprendimento unico e crea moduli di approfondimento specifici per ogni realtà, progettati sulla base di caratteristiche e bisogni specifici.

Per i corsi della nostra Academy abbiamo scelto una forma ibrida: una piattaforma di e-learning dove trovare sempre corsi disponibili o seguire lezioni in streaming; le formazioni in aula per condividere e confrontarsi insieme.

 

Coo.de, formazione per educare al digitale

Il primo corso per l’educazione al digitale per professionistə del Terzo Settore

Cooperative Digital Education (Coo.de), giunto alla sua seconda edizione, è il corso di alta formazione universitaria per l’educazione al digitale. Coo.de ha l’obiettivo di formare su contenuti, linguaggi e strumenti per educare bambinə e giovani a un uso consapevole del digitale.

Alla formazione parteciperanno, in veste di studenti, 14 colleghe e colleghi di Open Group. Due professioniste della nostra cooperativa, invece, sono parte del comitato di progetto di Coo.de: Claudia Iormetti, la nostra responsabile innovazione, e Antonella Santilli, coordinatrice pedagogica e responsabile del nostro settore Infanzia.

Coo.de è un percorso che ambisce a qualificare ulteriormente la professionalità educativa. Per questo, si rivolge a due target specifici di persone:

  • educatrici ed educatori in servizio nelle cooperative aderenti a Legacoop, che operano in campo scolastico ed extrascolastico;
  • neolaureatə e laureandə in scienze dell’educazione, psicologia e sociologia.

La partecipazione a Coo.de è gratuita. Per partecipare è necessario candidarsi qui e superare la selezione.

Gruppo di persone guarda lo schermo di un laptop. Alcune sono sedute, altre in piedi. La scena si svolge in una stanza; sullo sfondo un muro bianco.

La proposta formativa di Coo.de

La proposta formativa di Coo.de è articolata in quattro moduli:

  • Consapevolezza digitale e costruzione creativa della conoscenza;
  • Cooperazione e inclusione;
  • Comunicazione e documentazione;
  • Salute, benessere e prevenzione.

Il corso inizierà il 22 settembre 2023 e terminerà nel marzo 2024, avrà una durata di 68 ore. 28 ore di teoria online e 40 ore dedicate all’applicazione e alla sperimentazione presso l’aula Studi della Fondazione Barberini, in via Mentana 2 a Bologna. Le lezioni si articoleranno in didattica frontale interattiva, attività laboratoriali, attività di riflessione individuale e collettiva stimolata/sostenuta dalla presenza di un o una tutor. Le classi si terranno il venerdì pomeriggio e il sabato mattina.

“Il nostro obiettivo – dichiara Luca Ferrari, responsabile del corso – è quello di lavorare su una competenza fondamentale spesso trascurata nei curricula della formazione iniziale e continua per educatori e educatrici. Coo.de è stato ideato per incrementare le competenze di media-education degli operatori socioculturali che lavorano in vari settori e con diversi target di utenza, puntando a adottare un approccio riflessivo e trasformativo al mondo digitale”.

Coo.de, il frutto di una co-progettazione

“Il corso Cooperative Digital Education ha un duplice obiettivo: potenziare le competenze di professionisti in servizio nelle cooperative e formare una nuova generazione di educatrici e educatori pronti a gestire opportunità e criticità offerti dal digitale – dichiara Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna -. La co-progettazione del corso insieme all’Università di Bologna rafforza la nostra partnership con l’ateneo, proseguendo su una traiettoria di lavoro iniziata con l’accordo quadro e poi consolidata con la fondazione di Alma Vicoo, il centro universitario per la formazione e la promozione dell’impresa cooperativa.”

Coo.de, infatti, è frutto di una co-progettazione tra Legacoop Bologna e il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna in collaborazione con Alma Vicoo-Centro Universitario per la Cooperazione, Open Group, Cadiai, Anastasis e Fondazione Barberini. Il percorso è realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Bologna.

Card grafica su sfondo blu con la scritta "Programmiamo l'educazione per il futuro"

 

Itineranti: Claterna apre la stagione

Itineranti: percorsi dal museo di Claterna per esplorare il nostro territorio

Per ricominciare al meglio dopo l’estate ti invitiamo a partecipare all’evento “Itineranti. Quando il campanile era una torre”, che si terrà domenica 24 settembre al Museo di Claterna in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Sarà un’opportunità unica per esplorare parte del territorio appenninico in un semplice ma coinvolgente percorso a piedi.

Il nostro itinerario inizierà con una visita guidata al Museo di Claterna, luogo ricco di storia e cultura. È da qui che inizierà l’esplorazione del territorio ozzanese: ci immergeremo completamente nell’atmosfera del Medioevo e del Rinascimento, sempre accompagnatǝ dalla natura circostante. 

Per rendere questa giornata ancora più memorabile, una guida ambientale escursionistica e un’archeologa ci guideranno sui sentieri e sugli sterrati del Parco dei Gessi Bolognesi. Il percorso ci condurrà alla scoperta di San Pietro di Ozzano, uno dei gioielli nascosti del nostro territorio.

Programma e info utili 

  • 9.15: ritrovo e accoglienza presso il Museo della città romana di Claterna
  • 9.30: visita guidata al Museo e trasferimento in auto alla Chiesa di Sant’Andrea
  • 10.15: passeggiata, da Villa Massei a Via Tolara di Sopra, per poi svoltare in via delle Armi
  • 11.00: arrivo e breve sosta alle Fontane Dall’Armi
  • 11.30: arrivo a Borgo San Pietro con visita alla Torre, al giardino archeologico e rientro
  • 12.30: conclusione dell’evento

Il percorso è di 5 chilometri in totale, con un dislivello di 200 metri. È, quindi, un percorso adatto a tutte e tutti, inclusǝ bambine e bambini.

La partecipazione è gratuita, con prenotazione obbligatoria. Puoi prenotare in diversi modi:

Il 24 Settembre Piazza Allende sarà inaccessibile al traffico. Tuttavia, nelle immediate vicinanze del Museo, sono disponibili opzioni di parcheggio.

Per l’uscita saranno necessarie scarpe da trekking (o comunque con suola scolpita), una bottiglia d’acqua da un litro, cappello e occhiali da sole. 

Il tempo non è sempre prevedibile, ma non vi preoccupate. In caso di condizioni atmosferiche avverse, vi accompagneremo in una visita guidata all’interno del Museo, offrendovi una prospettiva unica sulle sue affascinanti storie e i suoi dettagli nascosti.

Cos’è il Museo di Claterna

In un contesto accogliente e luminoso il museo si apre ai visitatori e alle visitatrici, guidandolə nel passato: oggetti antichi, disegni ricostruttivi, fotografie e testi si mescolano gli uni agli altri fino a creare un racconto lungo quanto la storia di una città romana della nostra regione: Claterna.

La storia di Claterna è fatta soprattutto di piccoli gesti, quelli degli uomini, delle donne, e di tuttə coloro che l’hanno abitata, vissuta, cambiata e, alla fine, abbandonata.

È il nostro settore Patrimoni culturali a curare le visite guidate e i laboratori didattici del Museo della città romana di Claterna.

Outdoor Education, una proposta estiva per giovani

Riscoprire la natura attraverso la tecnologia

Natura e tecnologia digitale: un binomio possibile? Lo scopriremo dal 4 all’11 settembre insieme alle e ai partecipanti della Digital Saletta Summer. Un percorso gratuito di Outdoor Education di cinque giorni rivolto a ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 14 anni in cui l’energia delle attività outdoor incontrerà le tecnologie digitali. Queste ultime diventeranno il mezzo attraverso il quale osservare e raccontare la natura e il paesaggio del territorio.

Alla Digital Saletta Summer, tablet e smartphone non serviranno solo per catturare immagini, ma soprattutto per raccontare storie uniche. In questo percorso, sperimenteremo la creatività digitale a tutto tondo.

La settimana di attività si concluderà con la creazione dell’Adventure Book, il diario digitale che raccoglierà tutte le avventure vissute. Mappe interattive, clip, foto e playlist musicali ispirate alla natura daranno vita a un racconto che saprà emozionare sia chi lo creerà che chi ne fruirà come spettatore o spettatrice.

Un ragazzo e una ragazza guardano una foto sullo scheermo della propria macchinetta fotografica. Sullo sfondo, un bosco dai toni scuri.

Un approccio formativo completo

Questo laboratorio di Outdoor Education va oltre l’esplorazione fisica. Attraverso un approccio olistico che coinvolge tutti i sensi e i linguaggi, le ragazze e i ragazzi saranno guidatə nella sperimentazione di sé, dell’altrə e dell’ambiente che ci accoglie. Le e i partecipanti vivranno:

  • esperienze sensoriali: ci immergeremo nell’ambiente naturale, scoprendone dettagli nascosti e provando a osservare il mondo con occhi diversi;
  • esplorazione sociale e creativa: attraverso la narrazione digitale, lavoreremo sulle abilità sociali ed espressive di ogni partecipante;
  • sviluppo personale: il percorso promuove l’autostima, la resilienza e la capacità di affrontare sfide nuove;
  • connessione con l’ambiente: attraverso l’uso della tecnologia, impareremo a rispettare e preservare la natura.

L’Outdoor Education

Con il termine Outdoor Education ci riferiamo a una grande varietà di esperienze pedagogiche caratterizzate da attività che si svolgono in ambienti esterni alla scuola. Le attività, inoltre, sono ideate a partire dalle caratteristiche del contesto socioculturale e del territorio in cui si svolge il percorso educativo stesso.

L’offerta formativa dell’Outdoor Education può includere:

  • esperienze di tipo percettivo-sensoriale: orto didattico, visite a fattorie, musei, parchi, ecc.
  • esperienze basate su attività sociomotorie ed esplorative: orienteering, trekking, ecc.
  • progetti in cui l’esplorazione della natura si interseca con l’utilizzo della tecnologia: documentazione digitale, coding, robotica, ecc.

Il temine “Outdoor Education” non si riferisce esclusivamente a esperienze svolte in contesti naturali, come boschi e giardini. Questo, infatti, include anche percorsi didattici realizzati in ambienti urbani come musei, piazze e parchi cittadini. Gli aspetti chiave di questo approccio pedagogico, quindi, sono due: il rapporto diretto e concreto con il mondo reale e la stimolazione di più dimensioni nelle persone partecipanti – cognitiva, fisica, affettiva e relazionale.

Centro di Ascolto di Ascoli Piceno, come funziona?

Ad Ascoli Piceno, località marchigiana che abbraccia il mare e le montagne, gestiamo dal 2021 il Centro di Ascolto del Comune, un progetto dell’Ambito Territoriale Sociale XXII. Il nostro servizio offre supporto psicologico ed educativo a personale scolastico, ad alunni e alunne e alle loro famiglie. Le nostre professioniste si occupano anche di interventi di emergenza, necessari per arginare in modo tempestivo le difficoltà di unə ragazzə, di una classe o di un nucleo famigliare che potrebbero diventare rapidamente situazioni gravi o pericolose. Il nostro obiettivo è rispondere in modo attento alle esigenze mutevoli dei genitori, degli e delle insegnanti, dei ragazzi e delle ragazze della zona.

Quali condizioni hanno determinato la necessità di interventi emergenziali? E cosa fanno esattamente i nostri professionisti e le nostre professioniste ogni giorno?

A chi si rivolgono i nostri interventi?

Il territorio marchigiano ha vissuto cambiamenti significativi negli ultimi anni. Nel 2016, un terremoto ha colpito Ascoli Piceno, costringendo una parte significativa della popolazione ad abbandonare le proprie case. Poi, nel 2020, la pandemia ha amplificato ancora di più le difficoltà psicologiche e sociali già presenti. Queste circostanze hanno reso indispensabile la creazione di una rete di supporto che coinvolgesse una pluralità di realtà del territorio. Tra queste i servizi sociali, i consultori familiari e la neuropsichiatria infantile. Questa rete ha dovuto imparare a rispondere a necessità con carattere d’urgenza. Queste, infatti, si sono manifestate proprio a causa della straordinarietà e della drammaticità degli eventi che le persone del territorio hanno vissuto negli ultimi anni.

Gli e le insegnanti si sono rivoltə sempre al Centro di Ascolto sempre più frequentemente per affrontare questioni legate alla gestione del gruppo classe e per rispondere a esigenze e difficoltà specifiche di unə o più studenti. Concretamente, le professioniste del Centro supportano il personale scolastico nell’accompagnamento di studenti con disabilità ed elaborano strategie e strumenti per rispondere efficacemente a sfide individuali o di gruppo. Assistono anche ə ragazzə nelle dinamiche interpersonali, con un focus particolare su problematiche come il bullismo o l’emarginazione. Il nostro obiettivo è prenderci cura delle fatiche oggi, così da prevenire disagi strutturali nel lungo termine, rendendo l’ambiente scolastico un luogo realmente inclusivo, uno spazio che sia di massimo supporto allo sviluppo delle ragazze e dei ragazzi.

Al Centro di Ascolto possono rivolgersi anche i genitori, sia per esigenze proprie che per necessità delle figlie e dei figli. In questo contesto ci occupiamo di mediazione nei rapporti tra studentə-genitori-insegnanti, di difficoltà di apprendimento, di separazioni familiari e difficoltà finanziarie.

Il Centro di Ascolto come riferimento per la comunità locale

Nel nostro Centro di Ascolto sviluppiamo gli interventi con modalità differenti a seconda dell’ordine e grado delle scuole, e quindi dell’età delle persone coinvolte. Nelle scuole primarie, ad esempio, ci concentriamo sull’osservazione e sull’intervento in classe. Nelle scuole secondarie, invece, proponiamo attività in piccoli gruppi, come disegni e collage, per aiutare gli e le studenti a esprimersi, imparando a riconoscere le proprie emozioni.

Il nostro Centro di Ascolto ad Ascoli Piceno è un punto di riferimento per la comunità locale. Con passione e professionalità, ci mettiamo in ascolto e accogliamo le sfide di un mondo in evoluzione, cercando di accompagnare insegnanti, genitori, ragazze e ragazzi nella creazione di un ecosistema di benessere.